sabato 10 agosto 2013

Il giardino incantato di Dürer.

Proprio oggi sono incappato in questa bellissima illustrazione. Si tratta di un acquarello del disegnatore inglese William Callow che nel corso dell'XIX secolo ritrasse l'antica casa del pittore Dürer a Norimberga.


In quella città aveva vissuto, infatti, il grande artista tedesco del Rinascimento. E in quella città era sempre ritornato dopo i suoi importanti viaggi compiuti soprattutto in Italia, dove gli artisti nordici venivano per imparare i segreti e le tecniche della grande arte.
L'acquarello di Callow ci presenta il grande edificio simile ad un maniero fiabesco, quasi miyazakiano, inserito in un contesto urbano vivace, di legno e intonaco, popolo brulicante e carri gonfi di merce. Il tutto stagliato contro un cielo tinto con quell'inconfondibile azzurro che solo il XIX secolo è riuscito a creare e che io, appunto, chiamo 'Celeste Ottocento'.
Ora, perdendomi nei minuziosi dettagli di questa illustrazione di viaggio, mi immaginavo la vita là in quella casa gigantesca, già ipotizzavo un ventaglio di storie possibili. Sì, perché questo genere di preziosi disegni hanno quel potere tutto particolare di darci l'avvio per una, dieci, cento narrazioni.
Proprio nel riflettere sulla tecnica dell'acquarello, ecco che dalla casa di Dürer son passato a Dürer stesso. Ho salito le scale dietro i graticci, mi sono immerso nelle penombre. Per le vie i carri si sono azzittiti e dall'Ottocento di Callow son rifluito nel fangoso e rivoltoso mondo della Germania di primissimo Cinquecento
Eccolo là, nella sua stanza di lavoro. Dürer. Egli era bellissimo. I lunghi capelli ben curati e impomatati per mantenere i boccoli piombati. La barba curata coi baffi intorno alla bocca carnosa.

Dürer era un narciso seppur animato da un moralismo inquieto che sapeva cogliere di sé, oltre quella bella superficie, i lati d'ombra, le malinconie, l'essenza di una vita creativa incentrata sulla solitudine. Questo ossimoro fra autocompiacimento e percezione dolente dell'esistenza, trapela in un meraviglioso disegno in cui l'artista si ritrae nudo.
L'omaggio evidente alla statuaria classica e al primo Michelangelo, si compenetra con una sorta di cupezza emotiva. Quest'uomo sapeva di essere bello e sapeva di essere profondamente tormentato.
Fu un eccelso pittore. Viaggiò molto assorbendo spunti molteplici. Si dedicò all'acquarello principalmente per due motivi: appuntare dettagli di viaggio (frammenti di paesaggi, particolari di elementi naturali o rurali) oppure studiare la natura delle cose. 
E' quest'ultimo aspetto che mi affascina di più. Scorrendo i meravigliosi disegni acquarellati dei taccuini Düreriani, si entra in un giardino di meraviglie dove accanto a zolle erbose descritte con verità commuovente, appaiono leprotti dal pelo screziato....


Dürer è stato paragonato al suo contemporaneo Leonardo per questo amore per i dati naturalistici. Io credo che egli superò Leonardo nella precisione ottica con cui seppe cogliere l'intima verità delle cose da lui osservate. Pur non avendo il piglio dello scienziato, egli procedeva in modo rigoroso. Le sue possono a tutti gli effetti essere considerate tavole botaniche e zoologiche. 
Si guardino il meraviglioso Granchio o il Cervo Volante. Alla realtà tangibile della loro natura si unisce uno sguardo complice, quello di un pittore che ama il soggetto trattato.

 


L'arte di Dürer si popola così di animali e piante vivi, capaci di restituirci il senso di una natura palpitante che viene indagata, scandagliata ma sempre amata. Essa è la fonte primaria di ispirazione. L'arte non può che imitarla.

 

Dürer coglie gli animali nelle loro azioni abituali. Ecco dunque scoiattoli che rosicchiano delle ghiande, un porcospino dall'aria assonnata, un piccolo cinghiale che sembra impaziente di scappare via, un barbagianni con l'espressione stralunata.


Si tratta di un patrimonio davvero singolare e prezioso che ci restituisce l'immagine di un nuovo mondo, quello che apre la strada al tempo che chiamiamo 'epoca moderna'. 
In quella casa splendidamente regalataci dal tratto modernissimo di Callow, tra le mille storie possibili, c'è una narrazione fatta di occhi e pennelli, di osservazione e sentimento, di animali.
Un giardino incantato, ennesima grazia concessa a noi dall'estro dei grandi artisti.

4 commenti:

  1. Grazie di questa bella analisi e delle emozioni. Auliath

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  2. Grazie a te, Maestro. Sei sempre a casa, qua.

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  3. Bellissimo post, Ricca. Io adoro tutti gli acquerelli di animali di Dürer e l'ho sempre amato di più come disegnatore che come pittore. E il suo autoritratto nudo l'ho sempre trovato bellissimo ed inquietante.

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  4. Vero. Bellezza ed inquietudine sembrano i due poli entro cui si muove tutta la sua arte. Grazie di essere passata e di aver lasciato traccia.

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