sabato 2 febbraio 2019

I RITRATTI DI COSCIENZA



Ci sono ritratti che ci guardano realmente, perché sono stati fatti per scrutare l'umanità eternamente. 
Io li chiamo ritratti di coscienza. 
Non tutti i ritratti lo sono. 
Faccio per dire, la Gioconda non lo è e nemmeno i bei ritratti di Bronzino. 
Il che non significa che siano brutti, la Gioconda e i ritratti di Bronzino. Solo che 'i ritratti di coscienza' nascondono un incantesimo. 
Vi è stato infuso un potere speciale, quello di mantenere aperto un varco di sguardi fra l'effigiato e chi lo guarda. In questo modo si ha l'impressione che gli occhi curiosi ed umanissimi di un uomo vissuto quattro secoli fa continuino a vedere chiunque passerà davanti a quella finestra di tela nei tempi a venire. 
Stupendosi, studiando i mutamenti della stirpe degli uomini, quei personaggi rimangono persone.
Sì, perché quasi sempre le persone ritratte secoli fa finiscono per divenire personaggi (come la Gioconda, come gli enigmi di Antonello, come i sublimi effigiati di Velasquez o di Vermeer).
I ritratti di coscienza no, quelli rimangono persone. Per sempre.
E questo li rende speciali.
Incappare in uno di questi misteri del tempo, in un Museo che li decontestualizza e al contempo li isola potenziandone il senso di incanto, è un'epifania potente e commuovente. 
Mi troverete spesso là, in un museo, di fronte ad uno di questi scioccanti specchi dell'anima. Magari sorriderò o piangerò, ma farò fatica a venir via.
Fra i molti ritratti di coscienza che da sempre mi commuovono e mi fanno percepire assieme la fragilità e la grandezza dell'uomo, questo di Giorgione è uno dei più belli e misteriosi. 
Cosa penserà questo bel giovane, malinconico ma non sconfitto, colmo di pensieri ma non appesantito dalla sua anima, di noi umani del 2019? 
Non lo so, ma sento delle affinità con lui. 
La percezione di una indole ballerina dell'umanità, di un perenne disequilibrio che ci rende costituzionalmente inquieti e irrisolti, abitanti di epoche crudeli, dove le ombre prendono il sopravvento sulla linea breve di taglio della luce del mattino.

Maestro delle Balene

Giorgione, Doppio ritratto, 1502 circa.
Roma, Museo di Palazzo Venezia.

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