mercoledì 25 settembre 2013

Memorie di un maestro precario: saluti, pigrizie, pronomi, parolacce e Paolo Uccello.

- Maestro, non mi hai salutato nemmeno stamani! -
- Ma veramente ti ho detto buongiorno, sei tu che non mi hai sentito. -
- Eh no, io sento tutto e non me lo hai detto. -
- Ma come? -
- Dimmelo, su, dimmi 'ciao' -
La guardo, minuscola come lo scorso anno, ma tenace e guerriera. Le sorrido:
- Ciao! -
Allora mi abbraccia forte e poi mi guarda seria:
- Domani non te lo scordare! -
Si allontana con le sue amiche.

- Maestro, quando si mangia? -
- Tra un po', ora concentrati. Stiamo facendo grammatica. -
- Ho fame. -
- Bene, analisi grammaticale di 'Ho fame' - Lo fisso severissimo.
- No, no, scusa, mi ero sbagliato. Anzi, non ho fame per nulla! -

- Allora, ripassiamo i pronomi personali. -
- Maestro, - alza la mano Distrattoconfuso, - NI dici a questo qua, - indicando un compagno molesto, - di stare zitto? -
..... pausa dolente del maestro.
Silenzio.
La classe mi guarda. Lui mi scruta e mi vede tentennare nel mio ruolo. Non capisce.
- Maestro? - mi invoca, vuole che prenda posizione sulla sua richiesta. Effettivamente Sfasatosensibile lo ha tormentato per più di dieci minuti.
- Va bene, - inizio, - NI dirò qualcosa. -
- Bravo. -
- Posso chiederTI una cosa? -
- Certo maestro, sono qui per TE. -
- Quel NI, cosa vorrebbe dire? -
- A lui, pronome personale no? Non si stavano ripassando? -
Sono molto soddisfatto.

- Maestro, quel bambino mi ha detto che sono una gran figlia di Puttana - piangendo.
- Oh, - esclamo contrito e imbarazzato, circondato dal carosello di colleghi e alunni della ricreazioni in giardino, - intervengo subito ma non occorre ripetere queste parole. -
- Ma se non te lo dicevo e che so.... ti venivo a dire: 'quel bambino mi ha detto una brutta parola', mi rispondevi che non era nulla di grave. Tanto ti conosco. -

- Maestro, quando noi saremo grandi tu sarai già morto! -
Aridaglie! Già lo scorso anno era saltata fuori questa cosa. Non potendo fare alcun tipo di scongiuro poiché sarebbe alquanto diseducativo, mi lancio sul professionale sconfinando nell'area di Giulia, la mia collega di scienze e matematica.
- Scusate, bambini, ma se io ho 38 anni e voi 10, quando voi avrete la mia età....-
- Oh mio dio no! - Esclama Provocatricecritica, - non iniziare anche te con i problemi ora! Va bene, va bene, non morirai, sei contento? -

Guardiamo intensamente la scena di San Giorgio e il drago di Paolo Uccello. Li ha incantati. Si susseguono, no anzi, si accavallano, le loro osservazioni, le opinioni, le letture.
- Maestro, - dice Altissimagentile, - questo quadro mi piace. Sembra di stare dentro una fiaba. -
- Hai proprio ragione, anche a me fa questo effetto. -
- Ci sono molti particolari, - aggiunge Provocatricecritica, - e le nuvole a destra fanno  paura, aumentano la paura! -
- E anche la grotta! - Aggiunge Pignoloridente, - mi fa un po' ansia! -
- Ma sulle ali del drago ci sono delle decorazioni - Esclama Biondinatenace.
- Sembra un pavone, il pittore ha voluto rendere bello tutto in questo quadro, anche il drago! - osserva Scrittriceloquace.
Ah, se Paolo Uccello avesse saputo quali occhi attenti e profondi avrebbero guardato il suo capolavoro! E se solo gli storici dell'arte, ogni tanto, ascoltassero i bambini!




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