Perché è scritto con l'intento di insegnare, di dare messaggi. Quando incappo in un libro scritto programmaticamente per fare questo, anche se intriso di poesia, io sento puzza di presunzione. Sottrae alla casualità dell'incontro, dal quale si impara e si apprende inaspettatamente, l'aspetto più bello e importante: il caso, appunto.
Nel libro di Saint- Exupery tutto è stato pensato a priori, lo stereotipo abita sotto i personaggi dell'incontro e sovrasta la loro valenza simbolica. Ad ogni passo, l'autore sembra dire al giovane lettore: ecco, ora ti sto insegnando qualcosa sulla vita! Ecco, questa cosa così ben detta devi farla tua, ci devi cavar fuori una lezione.
Diffido degli scrittori dell'infanzia che sono convinti di essere così vicini ai bambini da potergli insegnare cose sul mondo....
Uno scrittore che scrive per i ragazzi, deve innanzi tutto pensare di essere lui il primo ad imparare qualcosa, consapevole del tragico evento che risiede nell'essere cresciuto, inesorabilmente. C'è una distanza incolmabile fra lui e quel regno inquietante che si chiama infanzia. Anche il moralistico Collodi, nel concepire quel capolavoro ambiguo e potente che è Pinocchio, era partito con l'intenzione di educare... ma qualcosa gli sfuggì di mano. Grazie a Dio. Pinocchio incappa nel male, inciampa, fa incontri, incontri luminosi e incontri terrificanti. Prova ad imparare ma non vi riesce sempre. Anzi, ricade nel proprio errore. Chi lavora coi bambini sa che questo è vero. Il suo viaggio ha realmente in sé la forza formante della casualità.
Nel mondo mieloso e programmato del Piccolo Principe, invece, noi adulti ci gongoliamo perché attendiamo ad ogni tappa cose che già sappiamo e che, se devo dirla tutta, non sono nemmeno così vere.
È bellissima questa riflessione perché profondamente vera. Pur amando estremamente quel libro ritengo che tu abbia assolutamente ragione. Ciononostante resta un libro che amo perché riesce a dirti cose grandi in maniera diretta ed ineluttabile. E hai ragione anche nel dire che non tutto ciò che dice è poi così vero. Ma molto sì.
RispondiElimina