Ripartiamo, anche quest'anno, ma per me c'è un'emozione in più. La continuità.
Provo per la prima volta la sensazione confortante di essere nella stessa scuola, ritrovare colleghi stimati, relazioni già avviate e soprattutto i nostri 24 bolidi furenti, fiori del bel giardino misterioso che, almeno quest'anno, non ho dovuto abbandonare.
E' come sapere di partire per un nuovo viaggio con una ciurma conosciuta. Ma gli orizzonti si allargano e le terre da esplorare si fanno ancora più estese.
Di nuovo in viaggio per mare, di nuovo in ascolto, di nuovo a coltivare.
Bello, bello sentire questa magia.
Questa voglia di iniziare.
Questa voglia di primo giorno di scuola.
Questo bel dipinto di Bruegel sembra esprimere compiutamente il senso di quello che sento, ora. In primo piano la certezza di una terra sicura, dove arare diviene parte di una procedura conosciuta eppur sempre modellabile, mutevole. Un contadino coscienzioso sa che le stagioni si trasformano così come muta la terra e che il proprio bagaglio di conoscenza va al servizio di quei cambiamenti, ad essi si adegua senza imporsi. Seminare significa comprendere il cambiamento e saperlo rendere fecondo.
Da questa balza sicura si spalanca l'orizzonte di un nuovo viaggio: il vascello è pronto, manca solo di issare l'ancora. Isole, scogli, sole e nuvole tempestose. Questo è lo scenario che accoglie il nostos, il viaggio. Un'esperienza antica e necessaria. Per affrontarlo, in quella barca stiviamo ciò che si è seminato e raccolto. Lo portiamo con noi. Quello ci servirà a sopravvivere, a vivere, ad andare avanti. Si parte alla ricerca di nuovi semi, nuovi pigmenti e spezie da riportare. Perché la nostra stiva sia sempre ricca, in crescita, pronta ad accogliere.
E se l'orizzonte ci invita, noi andiamo.
Senza paura.
Ma con molta emozione.
Buon viaggio! Auliath
RispondiElimina