domenica 24 novembre 2013

Le danze pericolose del tardo autunno.

Come se
del cielo rinfrescato
avesse sfiorato la terra
la guancia
in un gelido attrito.                          

Una stasi d'umido
s'è allargata
simile ad un
capovolto
orgasmo.

Rattrappirsi.
Il faro, nella notte,
un riccio tardatario
agguanta
nel fascio opaco.                          

Ora, sì,
escono ora
dalle dimore celate
d'edera,
da cascate di
verde insidioso.
Escono
le signore cupe
dell'ultim'autunno.

Danze, ci sono,
pericolose
nelle vie montane,
che non si devono
ballare.
Le vecchie ascolta.
Il monito loro
meglio
funziona
dell'aglio.

A guardia
d'offuscati passaggi,
penetra l'osso della madre
terrosa
il passo cadenzato
del disfacimento.

Ne senti l'odore?
Fungo e foglia marcia,
umida terra e legno.
Quando i velari
di nebbia intrappolata
fra i crinali,
s'acquieteranno,
allora
sarà inverno.






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