lunedì 18 novembre 2013

Un esperimento: nel tempo e nello spazio lontano. L'Inghilterra pastorale.

Il pittore John Constable, indiscusso maestro del Romanticismo inglese, è noto al grande pubblico per un numero ristretto di opere. In genere i manuali di storia dell'arte riportano il suo bucolico 'Mulino di Flatford', e qualche studio delle sue mirabili 'nuvole'.











Fu una vera ossessione quella che lo imprigionò in un costante studio sul tema delle mutevole viaggiatrici dei cieli per tutta la vita.


Ma Constable è un artista dalla produzione sostanziosa. Egli riveste un ruolo centrale negli sviluppi della grande rivoluzione pittorica ottocentesca. Proprio dagli studi sul paesaggio e sulle nuvole, centrati sul rapporto che il trascorrere della luce solare produce sulla realtà fisica, i grandi innovatori del XIX secolo diramarono le loro sperimentazioni che ebbero nomi altisonanti: realismo e impressionismo.
Fra il 1821 e il 1824 le sue opere esposte a Parigi conquistarono i giovani pittori e Delacroix si dichiarò debitore dell'incredibile capacità di analisi ottica dell'artista inglese.
Ma chi era Constable?
Era nato nel Sussex, in una campagna inglese che grazie alla sua pittura è divenuta un paesaggio mentale di portata mondiale al pari della Toscana o della Borgogna.
Quel paesaggio lo nutrì e divenne tema dominante e infinitamente declinato della sua pittura. Fu, infatti, essenzialmente un paesaggista. Diede alla veduta, atmosferica, densa, palpitante, dignità di soggetto nobile.
Sappiate che quando leggete un romanzo di Dickens, ogni qualvolta i personaggi si avventurano nel territorio rurale dell'Inghilterra vittoriana, siano essi David Copperfield o la povera Nelly col nonno in fuga, ebbene, voi state immaginando la scena ambientata in uno scenario che è stato Constable a costruire.
La potente visione verdeggiante di questo artista non solo ci restituisce la visione meno consacrata di un paese, l'inghilterra, che fino al XIX secolo aveva regalato poco al mondo in termini di pittura e quel poco riguardava per lo più Nobili e Signore in parrucca entro scenari arcadici o situazioni grottesche di vita cittadina. Quella del pittore del Sussex è l'Inghilterra pastorale, un territorio autentico, ordinato e antropizzato ma dove la relazione faticosa uomo-natura si compone di tre elementi sostanziali: paesaggio (ed è il verde a dominare), elementi rurali che indicano il lavoro dell'uomo (e le tinte sono quelle dei marroni), il tempo atmosferico (dove luce e nuvole si contendono una gamma che dal grigio scivola fino al cobalto).
Capita spesso di imbattersi in luoghi amati dal pittore, ad esempio un piccolo cottage con recinto presso un boschetto. Quei luoghi ricorrono, più volte, ora in autunno e poi in primavera. Stessi luoghi, sentimenti mutati. La luce e la stagione li vestono d'abiti emozionali differenti. Anche in questo fu precursore di similari ricerche nel campo dell'impressione.

Guardando questi remoti angoli di campagna inglese, si sente un movimento ampio di vento, un respiro naturale che profuma d'erbe, di bacche, di umidità.
La vita di Constable fu tormentata e sfortunata. L'arte non gli concesse grandissime entrate, lui stesso azzardò, dilapidando. L'amata moglie Maria Bicknell, morì dopo aver dato al mondo il settimo figlio. Allevò da solo i figli ma non fu un oculato amministratore del denaro sicché visse anni malinconici e tormentati.
Eppure, nella sua arte, tutto questo sembra filtrato e sublimato nell'enorme alito di cui vivono ampi panorami, vedute di marine nordiche, di colline e pascoli in fuga verso orizzonti ora quieti ora malinconici.
A questo punto vorrei chiudere la riflessione su un grande pittore forse troppo poco conosciuto, riagganciandomi a quanto dicevo poco sopra, sul fatto che Constable ha consegnato ai posteri un immaginario che è diventato un patrimonio culturale e visivo.
Così come Dickens ambienta le sue storie in paesaggi alla Constable, ancora dopo possiamo ritrovarne intatta la poesia nel mirabile panorama sonoro di alcuni compositori inglesi attivi fra la fine dell'800 e la prima metà del '900. Esiste una vera e propria scuola di musicisti 'pastorali' che grazie alle infinite sfumature dell'orchestra sinfonica, seppero descrivere il paesaggio inglese, quello di Consatble, con prezioso trasporto, senso lirico, dolcezza e struggimento. Si tratta quasi sempre di musiche superficiali ma non nel senso negativo del termine. Esse suggeriscono, descrivono, senza cercare altra verità che quella del godimento d'una passeggiata fra verdi colline e boschi.
Sono musiche estetizzanti come estetizzante è quasi per intero la cultura anglosassone.
In questa cerchia di musicisti, si staglia la stazza d'un prolifico e aristocratico compositore, Sir Vaughan Williams. Bene, ora vi chiedo di osservare per circa un minuto, in religioso silenzio, il dipinto sottostante. A seguire cliccate il link che troverete subito sotto l'immagine ed ascoltate ad occhi chiusi la meraviglia della musica.
Concedetevi 11 minuti per voi e per questo rito.

Poi ditemi se occhio, orecchio e cuore non hanno mai trovato più assoluta unità.
Grazie del vostro tempo.









http://www.youtube.com/watch?v=E5tquD727ik




1 commento: