sabato 27 aprile 2013

L'abisso che separa Pasolini dall'Amaca di Serra e dal Servizio Pubblico di Santoro.



Ci sono controsensi spaventosi. Apprendere, leggendo l'Amaca di Michele Serra, quanto ormai anche chi 'ci capiva' abbia tirato i remi in barca, fa proprio male.

Provo una profonda tristezza. Ho sempre letto gli interventi di Serra, trovandomi spesso in accordo, ma ora rimango stuccato e, onestamente, deluso per questo 'moderatismo' diffuso che invita a una indefinita 'canalizzazione della rabbia, ad un generico buonismo'. Santoro nell'episodio citato è stato di una bassezza disarmante. La rabbia c'è, ahinoi, ed è generazionale. E questi signori dabbene che faticano ad accettare che le cose devono mutare, intristisce. Che la studentessa si sia espressa in toni non del tutto accomodanti e persino discutibili è possibile, ma che Santoro l'abbia ricambiata con altrettanto qualunquismo (anzi no, con una connotazione ancor più grave visto che veniva da Santoro che i titoli per evitare certi giochetti li avrebbe tutti), questo offre la misura dell'ossimoro: si capisce, infine, che esiste davvero un potere costituito anche laddove ci si aspettava che ci si battesse contro quel potere. 

Cito Pasolini, dalle lettere Luterane (ed. Garzanti, p. 40) 'chi accetta realisticamente una trasformazione che è regresso e degradazione, vuol dire che NON AMA chi subisce tale regresso e tale degradazione, cioè gli uomini in carne e ossa che lo circondano. Chi invece protesta con tutta la sua forza, anche sentimentale, contro il regresso e la degradazione, vuol dire che AMA quegli uomini in carne ed ossa'.
Io fra la studentessa (tacciata di ignoranza e forse effettivamente ignorante, chissà...) e lo scaltro Santoro (ignorante nel modo e nella scaltrezza di chi ha il potere dalla sua), so chi scegliere.
Abbiamo un diritto alla rabbia.
Una giusta ira.
I Serra, i Santoro, i vari intellettuali organici di ora, un tempo la loro ira la chiamavano protesta.
Oggi vorrebbero negarcela. Ci passano per ignoranti così come per ignoranti i vecchi democristiani facevano passare loro, ai tempi del dissenso, ai tempi in cui i giovani volevano cambiare il mondo.
Ci avete tolto lo spazio e il tempo del nostro agire, volete toglierci anche la rabbia?
Abbiate pietà, se vi manca la memoria.





2 commenti:

  1. Non ho visto la trasmissione, però sono d'accordo che arriva un punto in cui le parole sono inutili, soprattutto se espresse con educazione. Non l'avevo mai pensato prima di questo momomento storico, ma adesso capisco la violenza verbale in risposta alla violenza sottile e psicologica con la quale, in modo "civile" il paese è stato distrutto.

    Quando l'altro giorno sentivo in tv la lista delle spese che l'ultimo scandalo in Basilicata riportava... se avessi avuto di fronte a me quella "signora", non sarei stata in grado di esprimermi in modo educato, penso che sarei riuscita solo a sputarle in faccia o a strapparle i capelli.

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    1. Esatto Linda, proprio questo intendo. Anche io non la pensavo così ma ora, proprio, di gente che educatamente ci tiene a bada ne ho piene le scatole. Non voglio essere connivente con un sistema 'educatamente' corrotto. E, come sai, per me (ma sono sicurissimo anche per te), l'educazione e la gentilezza sono approcci fondanti del mio essere.

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