giovedì 25 aprile 2013

La giusta ira: ovvero, mi fa bene incazzarmi. L'ITALIA GERONTOCRATICA E IL CONCETTO DI GIOVANE: NAPOLITANO E IL CASO LETTA

Sconfortato, ormai, e inerme in questa deriva politica senza soluzioni, leggo oggi sul sito di Repubblica le motivazioni di Napolitano alla nomina di Letta. Cito:

"Pur essendo giovane, Enrico Letta ha già accumulato importanti esperienze in Parlamento e nell'attività di Governo", ha ricordato. In caso di successo l'esponente del Pd diventerebbe infatti il più giovane presidente del Consiglio dopo il democristiano Giovanni Goria (arrivò a Palazzo Chigi nel 1987 a 43 anni mentre Letta ne compie 47 ad agosto).

Ma con quale presunzione o con quale distorsione concettuale possiamo definire un uomo di 47 anni, giovane? E, nell'affermarlo, rincuorare la cittadinanza che, nonostante tale giovinezza, questa persona ha comunque esperienza?

Una volta a 47 si moriva! Abbiamo un presidente della Repubblica quasi novantenne che, paradossalmente ma comprensibilmente, reputa GIOVANE un quarantasettenne.

Non amo il giovanilismo, e chi mi conosce lo sa. Tanto meno amo i rottamatori che si gongolano nell'equazione VECCHIO = SBAGLIATO. Aggiungiamo che Letta non mi piace ed è l'ulteriore delusione nelle molte che mi ha regalato il PD.
Ma di grazia!
Non dite che è giovane! Offende i milioni di 'giovani obbligati' come me, che aspettano un diritto 'esistenza, un ruolo generazionale che ci viene negato a 35, 38, 40 anni! Ho 38 anni e un tempo a questa età si era considerati 'pienamente maturi'. Oggi, quasi a presa di culo, ci definite giovani. Ci pensa la mia barba brizzolata a non farmi montare la testa, grazie a Dio. A ricordarmi che sarei altro, che non basta darmi del giovane per farmi tacere dell'insoddisfazione che lacera la mia generazione perduta.
Abbiate il garbo, presidente Napolitano, di non offenderci una volta di più. La prego.
Non siamo giovani, siamo immensamente sfortunati. 



4 commenti:

  1. sob! anche perché, per logica conseguenza, i diciottenni sono considerati lattanti e spinti a comportarsi di conseguenza: ovvero da irresponsabili. Mi siete nel cuore...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie A.M. So che comprendi. Sei il mio ministro dei Beni Culturali ideale (anche quello dell'Istruzione...)

      Elimina
  2. Alessandro Magno prese il potere a 20 anni nel 336 a.C; Ottaviano Augusto divenne imperatore nel 27 a.C. quando aveva 26 anni; Carlo Magno si spartì l'eredità del padre e divenne re a 26 anni; Lorenzo il Magnifico entrò nel consiglio dei Cento a 17 anni e a 20 prese il potere di Firenze assieme al fratello Giuliano; Carlo V, imperatore di Spagna, colui che governò il regno su cui mai tramontava il sole, fu incoronato ad Aquisgrana a 20 anni; Elisabetta I d'Inghilterra ascese al trono a 25 anni e la regina Vittoria ne aveva solo 19 quando prese le redini di un Impero feroce e potentissimo; Bismark divenne primo ministro di Prussia a 47 anni dopo anni di gavetta ma a 47 anni nessuno si sognava di definirlo GIOVANE o di doverne accreditare l'esperienza. Possibile che un presidente ottuagenario, anzi, quasi novantenne, debba proporre uno scaltro e furbissimo 47enne come un GIOVANE? Barack Obama è diventato PRESIDENTE degli STATI UNITI d'AMERICA a 47 ANNI! Forse che qualcuno si è sentito in dovere di dire: 'E' giovane ma state tranquilli ha esperienza?'
    Le parole del presidente Napolitano, spiace dirlo, suonano offensive, pericolosamente indicatrici di una visione gerontocratica della politica. Il nostro presidente, ahinoi, come molti, reputa la giovinezza una terra d'inesperienza. La politica, dunque, per assioma, spetta a chi giovane non è più e, cosa ancor più terribile in un paese di vecchi, un paese vecchio, un paese stantìo come il nostro, la giovinezza (per motivi di comodo o di superficialità) si sposta spaventosamente oltre quella soglia che un tempo la delimitava (i 30 anni).
    Che periodo terribile stiamo vivendo.

    RispondiElimina