martedì 2 aprile 2013

La politica italiana, ora, e il simbolismo.

Se volessimo addentrarci nella 'foresta di simboli' che ci circonda, sarebbe fin troppo facile cogliere parallelismi fra la natura e la politica italiana, e non solo italiana, di questo periodo.
      C'è una primavera che tarda a venire ed anzi, una coda invernale che si prolunga inzuppandoci di una pioggia eterna, che ci raggiunge nelle ossa e nella mente. Una pioggia interiore, ormai, che nemmeno i radi scorci di sole riescono ad asciugare.
Se provassimo a riformulare questo pensiero articolato in due periodi sostituendo solo i termini, potremmo scoprire sorprendenti analogie. Proviamoci.
     C'è un cambiamento politico che tarda a venire ed anzi, uno strascico di vecchie abitudini che si prolunga avvelenandoci di una cattiva politica eterna, che ci raggiunge nelle istituzioni e nella mentalità. Una cattiva politica interiorizzata, ormai, che nemmeno le rade comparse di autorevolezza riescono a smorzare.

      Lo scenario naturale si compone, al momento, di tre strutture elementali che lo rendono monotono.  Quando la monotonia si rompe, l'elemento di rottura provoca solo aggressioni ad un equilibrio di per sé strutturalmente precario, con effetti solo peggiorativi. Il primo e il secondo elemento giocano un ruolo determinante nella staticità, sono determinati ormai da una stessa consistenza liquida e gassosa, si alternano in  forme di nubi dense, piogge torrenziali, smottamenti. Il terzo elemento appare come un raggio di sole, ingannando l'osservatore. In verità il sole è un effetto poiché quel terzo elemento è solo un vento che smuove le nubi, sospende la pioggia solo per poi farne cadere molta di più.
     Lo scenario politico si compone, al momento, di tre grandi aree di riferimento che lo rendono statico. Quando la staticità si rompe, l'area che si propone come innovativa si produce solo in aggressioni ad un sistema di per sé strutturalmente inefficace, con effetti peggiorativi. Il PD e il PDL giocano un ruolo determinante nel ristagno politico, sono connotati ormai da uno stesso approccio populistico o inconsistente, si alternano in reciproche minacce, critiche non costruttive, fratture interne. Il movimento 5stelle appare come una novità ingannando l'elettorato. In verità la novità è solo un effetto (non è sostanziale) poiché questo movimento è solo una corrente demagogicamente distruttiva che si fa largo fra le già sterili minacce, si fa spazio fra le critiche per poi accentuarle.

Chiudo questa riflessione delirante con un dipinto che reputo davvero emblematico per esprimere anche con l'arte, l'inquietante stato confusionale del nostro paese. Voi cosa ne pensate?

Quentin Metsys, Allegoria della Follia, 1510 ca., Collezione Privata.

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