domenica 12 maggio 2013

A mia madre.

Vorrei consegnare ad uno dei grandi autori della mia vita, Seneca, le parole per dire a mia madre grazie. Le recupero da un testo che mi ha sempre commosso e fatto riflettere, la 'Consolazione alla madre Elvia', che il grande letterato e filosofo scrisse fra il 41 e il 49 d.C. durante il duro esilio in Corsica. Cito il passo iniziale, di una bellezza limpida, ed un passo del 5 paragrafo, che mi sembra terribilmente attuale. Quando si diventa adulti, in un Paese malato come il nostro e quello in cui viveva Seneca, anche il rapporto con le madri assume i toni di un dolente dialogo. Oggi, come allora, un figlio può sentire il bisogno di consolare, paradossalmente, la propria madre per il dolore che essa prova proprio per le sorti sfortunate capitate alla propria progenie. 

' Spesso, mamma carissima, ho sentito l'impulso di consolarti, spesso l'ho bloccato. Molti motivi m'incoraggiano a osare: in primo luogo pensavo di liberarmi da ogni pena, se, pur senza poter eliminare le tue lacrime, le avessi almeno asciugate; poi ero certo che sarei meglio riuscito a sollevarti se fossi stato io a risollevarmi per primo; infine temevo che la fortuna, vinta da me, vincesse qualcuno dei miei cari.'

'La nostra condizione è buona al momento della nascita; è colpa nostra se la peggioriamo. La natura ha agito in modo che non ci vuole molto per vivere bene: ognuno è in grado di rendersi felice. Poca importanza hanno le cose esteriori e poco possono in entrambi i sensi: non esaltano il saggio quando vanno bene e non lo abbattono quando vanno male, perché si è sempre sforzato di contare solo su se stesso, di cercare in sé ogni soddisfazione. Ma allora dico di essere un saggio? No, certo.               [....]

L'avversa fortuna non annienta nessuno, se non chi ha illuso la buona'

Con le parole di Seneca, mamma, ti abbraccio e ti consolo consolandomi.
Il tempo non ci ha regalato il futuro che avremmo voluto per me. Tu hai fatto di tutto perché il mio futuro arrivasse e ciò che di buono è venuto è soprattutto merito dell'impegno di chi mi ama. Il tempo inclemente che è sceso sul mondo, ha reciso le ali ai sogni di noi figli. Ma resta forte il senso meraviglioso di quello che, dentro e fuori, spiritualmente e materialmente, hai fatto, con mio padre, per tenermi a galla. Oggi ti regalo le nuvole, le nostre nuvole, ricordi?

Ti amo

1 commento:

  1. Mi fai piangere e sorridere e commuovere. Quello che citi è uno dei testi più belli di Seneca. Ed io Seneca l'adoro a prescindere.

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