lunedì 20 maggio 2013

Ferox qui detrahit: Il teatro oscillante. Memoria e recupero. La rigenerazione.

E' tempo di buon teatro.
In un momento di deriva pressoché totale su scala mondiale, quando le arti e la cultura precipitano e dove assistiamo alla celebrazione immeritata di pseudo-artisti pop come Damien Hirst, il teatro va in controtendenza.
Non tutto il teatro, s'intenda. Si vedono anche in quel frangente cose brutte, cose trite e ritrite. E, a dirla tutta, anche in quel teatro di ricerca o presunto tale, che ha l'ambizione di sperimentare, la fila dei disastri da citare sarebbe lunga.
Ci sono spettacolini furbetti di microcompagnie ben piazzate e alla moda che sfornano 30 minuti scarsi di stranezze omologate; consociamo registi grotowskiani che tengono i sandali anche se ci sono glaciazioni in corso e ripetono da anni la solita zuppa di tecniche cristallizzate; si acclamano presunti geni del momento, le Emme Dante che vorrebbero sembrare uterine e risultano fastidiosamente artificiose; in un'inutile revival del periodo beat, gruppi dedicati all'azione pura (che teatro non è, diciamolo!) cantano ispirati i versi di Ginsberg con facce permeate da un'insopportabile estasi (che hanno da ridere sempre così?) frammista ad isteria pseudo orientale... non se ne può più.
In quei casi, se quella è la ricerca, ben venga il taglio dei fondi.
Smettete di cercare perché state cercando male o fate finta.
Ma poi c'è il buon teatro.
C'è il memorabile Flauto Magico ricreato dalla grazia intelligente e limpida di Peter Brook, c'è una Tempesta shakespeariana rivisitata e ri-ambientata nella bella 'Miranda' di Oskaras Korsunovas, ci sono momenti di alta poesia nel teatro filosofico di  Lucilla Giagnoni dove l'apocalisse di Giovanni e l'Amleto si incontrano alla luce di riletture intriganti...
Poi c'è un teatro sommerso, un bellissimo teatro che pochi conoscono. Non è teatro amatoriale, nemmeno di professionisti anche se ha più a che fare con il secondo che con il primo.
Ho la fortuna di frequentare una di queste realtà da ormai dodici anni. Parlo di Teatro InBiLiKo.
Oggi ho assistito ad una loro performance nella sala rossa del teatro Politeama. Titolo del lavoro 'La rigenerazione'. Si trattava di una dimostrazione di lavoro, una sorta di risultato finale di un laboratorio annuale. In verità abbiamo assistito ad un vero e proprio spettacolo.
Accolti dal sorriso ospitale di attori e attrici vestiti di bianco, siamo entrati in una girandola di canti, frastuoni e silenzi. Azioni e narrazioni legate a memorie specifiche si sono concatenate e richiamate passando di continuo dalla suggestione all'evocazione, sempre in un serrato rapporto fra voce e azione, gesto e pausa. Si legge impegno e precisione, un gran coraggio nel mettersi in gioco, il mix speziato di idiomi e lingue: dal toscano di molti al campano, fino ad uno struggente pugliese garganico che intona canti alla vergine mentre un roboante, crescente Jacopone da Todi crea effetti di distorsione. E poi la lingua inglese che sposta l'asse in una dimensione altra, estraniante eppure necessaria all'evento.
Spiegare 'La rigenerazione' non è facile eppure, chiunque vedesse questo breve e simmetrico spettacolo di candore, troverebbe un suo sentiero, una memoria utile che riaffiora, la verità della commozione per quegli istanti che sono stati 'allora', che segnano ma che si dispongono quasi asetticamente dietro una coltre di effetti di disturbo. Recuperarli significa andare oltre la paura, la vertigine, il senso di disagio, un solleticante assalto di attriti. Gli attori citano le loro memorie, le fissano pur sottoposti ad onde magnetiche che deformano, alterano, spezzano.
Si ride, ci si commuove, si osserva rapiti dai corpi e dalle voci.
Ognuno che osserva corrisponde ad un ognuno che agisce.
E questa magia, potente e veritiera, è il segnale che il grande teatro, il bel teatro, sta anche nella ricerca ed esiste, palpita, nonostante tutto.
Grazie Teatro InBiLiKo.
Finalmente un luogo altro dove sentirsi piacevolmente scomodi.


5 commenti:

  1. ... "serrato rapporto fra voce e azione, gesto e pausa", "impegno e precisione, un gran coraggio", "mix speziato di idiomi e lingue", "breve e simmetrico spettacolo di candore", "istanti che sono stati 'allora', che segnano ma che si dispongono quasi asetticamente dietro una coltre di effetti di disturbo", "Ognuno che osserva corrisponde ad un ognuno che agisce"... Vorrei dire tante cose oltre al solito grande"GRAZIE".Ma queste frasi che ho estrapolato dalla tua recensione sono il più bel regalo perché puntualmente (a volte, quasi citazioni inconsapevoli) esprimono il succo del nostro lavoro di questi mesi. Sorprendente. Come al solito... Auliath (e la foto da critico è memorabile!)

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  2. bello, come al solito desolata di non esserci stata, posso almeno immaginare, intravedere qualche brandello di storia, grazie al critico... micaela

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  3. ...io penso che tu sei venuto sulla terra da qualche pianeta lontano per rendere più bello e meraviglioso questo mondo.
    resterai qui a lungo perchè questa è la tua missione...iluuminare la strada a quelle come me che intravedono una luce in fondo al tunnel ma non sanno come arrivarci...ecco c'è riccardo che ti aiuta con quello che dice, con quello che scrive, con quello che disegna, con quello che suona...
    Ti ringrazio per questo anno che ho vissuto con meraviglia e stupore... giulia

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    1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    2. Io ringrazio te e penso davvero che tu abbia più luce di quanta possa contenerne il tunnel di cui parli . Non hai idea di quante volte mi hai illuminato per indicarmi la via. E' stato un anno importante, ti devo una profonda riconoscenza.
      Al futuro!

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