sabato 18 maggio 2013

Memorie di un maestro precario: bambini fusi, maestri fusi.

La sto osservando da diversi minuti. E' l'ora di ricreazione. Parla da sola, fa anche dei versi, del tutto incurante del mondo che la circonda e di me che la osservo. Mi avvicino:
- Ehi, cosa fai?
- Sì, lo so maestro che parlo da sola. Ma sono cose personali...
Si allontana danzando e rimango interdetto.

- Prendimi in collo maestro! - A chiedermelo è il piccolo playboy della classe. In altezza si trova a combattere con un contesto di giganti ma è un furbo, sa di piacere.
Lo prendo in collo, è leggerissimo.
- Guardate ragazzi! - grida agli altri - E ricordatevelo. Io dominerò il mondo come il maestro!
Lo metto a terra e a tempo di hip hop (segue un corso di danza ed è bravissimo) se ne va.
Rimango interdetto.

- Maestro chi è questo Stefano a cui stai scrivendo un messaggio col cellulare? - Mi chiede a ricreazione la bambina-cozza che mi spia alle spalle.
- Un mio amico insegnante.. - Poi mi blocco e la squadro malissimo- e te perché non ti fa gli affaracci tuoi, curiosona?
- Ma dai, io sono la tua segretaria!
- Pussa via, lasciami stare!
Se ne va sbofonchiando : - Ragazzi qua se non finisce la scuola si va tutti di fuori!
Rimango interdetto col cellulare in mano. Giuro che è l'unico messaggio che ho spedito, durante la ricreazione, in un anno di scuola.

Arrivo a scuola presto. Trovo la mia petulante, fantastica segretaria di nove anni che sta tenendo banco. E' loquace come un mercato magrebino.
- Maestrrooo... maestrinooo mio! Sai, ho fatto come dici tu.
- Cioè?
- Ho brontolato i miei genitori!
Mi sento morire. Ripercorro in un secondo giorni e giorni di discussioni. No, non le ho mai detto di brontolare i suoi genitori.
- E io ti avrei detto di fare questo?
- Senti - e mi si affianca con complicità afferrandomi a braccetto - Sai quando l'altro giorno ci dicevi che la televisione ci fa male? Che almeno a tavola dovremmo spegnerla e parlare insieme coi genitori e i fratelli?
- Sì!
- Ieri babbo ha provato ad accenderla a cena e io subito l'ho sgriato: ah no! Gli ho gridato! Il maestro ci ha detto che non si guarda la televisione a cena!
- Ma io...veramente....
- Ah, vedessi maestro. L'ha spenta subito.
- Mi odieranno i tuoi genitori.
- Ma no, no! Ho fatto bene.
- Povero babbo e si è arrabbiato?
- Si è arrabbiato quello lì!!!  - ride di gusto - Ma stai scherzando? Quello fa come dico io!
Si allontana. Rimango basito.

- Maestro, che si fa stamani?
- Ora faremo un po' di grammatica.
- Oh nooo .... - poi vede la mia faccia truce e ride imbarazzato ... - oh nooo, solo un po'! Volevo farla tutta la mattina...io ... la grammatica.

- Bambini, gli Egizi erano politeisti e credevano in migliaia di divinità! -
- Sì, oh, migliaia e che erano? Ma come facevano a pregarle tutte?
Silenzio. Lo squadro malissimo e si zittisce.

- Bambini, sapete che differenza c'è fra cultura e intelligenza?
Si sperticano nelle più svariate ipotesi ma non colgono nel segno.
Spiego loro che l'intelligenza è una cosa multiforme, un modo di capire il mondo che abbiamo tutti. Che la cultura è ciò che apprendiamo, è il sapere, il saper fare. Che l'una serve all'altra, che la cultura allena l'intelligenza. Son due ruote che si azionano una con l'altra...
- Maestro, ma io sono intelligente?
- Certo! - poi penso che mi ha fatto tribolare disperatamente per un anno intero. Che è  intelligentissima ma anche oppositiva, svogliatella, provocatoria - Sei intelligentissima ma poco colta!
- E allora?
- Allora allena quella testa meravigliosa che hai!
Mi guarda, riflette. Annuisce:
- Mah, mi sa che non ce la posso fare.
- E perchè no?
- Stanchezza.
Le sorrido. Basito.




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